Non è accettabile che, come già accaduto con la Casa Internazionale delle Donne, l’amministrazione comunale e municipale continui a distruggere esperienze di associazionismo che spesso sostengono le deboli reti pubbliche a difesa delle persone che si trovano in difficoltà.
Esprimiamo la nostra solidarietà alla Presidente del Centro Antiviolenza “Marie Anne Erize”, Stefania Catallo, convocata nei prossimi giorni dal municipio per proseguire sulla strada dello sfratto dai locali di via Americo Aspertini. Una soluzione a cui ci siamo già opposti quando il Consiglio municipale ha approvato la mozione lo scorso 16 marzo e che continuiamo a non condividere fino a quando non verrà trovata una nuova sistemazione al centro antiviolenza.
Quella del centro antiviolenza di Tor Bella Monaca rappresenta una realtà che è stata un punto di riferimento importante per tantissime donne in difficoltà, dotata di una biblioteca con oltre 10mila volumi e una sartoria solidale che ha organizzato corsi presso la consulta delle donne a Civitavecchia, lezioni all’università Tor Vergata, sfilate di abiti realizzati al suo interno. Tutte attività che servono a tenere accesi i riflettori su un tema, quello della violenza contro le donne, che non si affronta con veglie e fiaccole in occasione dei troppi femminicidi, ma con la presenza costante e organizzata sui territori. Chiudere il centro antiviolenza di Tor Bella Monaca per questioni legate ai canoni di affitto è un modo becero e poco lungimirante di amministrare una città come Roma.
Chiediamo alle istituzioni preposte di trovare immediatamente una soluzione che permetta al centro di non sospendere le proprie attività nemmeno per un minuto, a maggior ragione perché si trova in una delle periferie più difficili della città.